Subito dopo avere eseguito l’ecografia, Stefania venne da me e disse: “devi convincere l’allevatore a ricoverare la
vacca in Università; oppure prova a chiedergli cosa può costare. Dobbiamo assolutamente rifare l’ “eco” in clinica e documentare
il tutto con uno strumento migliore. E poi, quando la macellano, dobbiamo andare a prelevare
il rene e fotografarlo bene”.
Quel giorno era un sabato di metà ottobre e Stefania, come faceva molte volte, era venuta a casa da Padova con
l’ecografo per dare soddisfazione ai miei dubbi diagnostici della settimana.
Nonostante una neoplasia del rene (a questo punto direi benigna), a un anno di distanza la vacca è ancora lì che
aspetta che qualcuno documenti il suo male. Stefania, infatti, dopo una settimana entrava in ospedale.
Negli ultimi anni, la documentazione iconografca, soprattutto di tipo fotografco, era diventata per Stefania una
vera passione. Dopo avere voluto comprare la mia stessa macchina fotografca, mi sfdava continuamente, spedendomi le fotografe che faceva.
Regalando alla sua curiosità una pazienza certosina, trasformava i casi clinici
in una sequenza anatomo-patologica chiarifcatrice, documentando i vari passi della elaborazione dei preparati
con scrupolosa precisione. E anche le foto di preparati di controllo dovevano riproporre la stessa sequenza o posizione di quanto attuato per la patologia spontanea.
E poi i soprannomi: non li troverete nel libro, perchè si è cercato di garantire ad esso una valenza scientifca. Ma
incontrerete il vitello “Titti”, affetto da Idrocefalo esterno; la “Rugosa”, ammalata di Ittiosi congenita; lo “Scemo”,
colpito da Polioencefalomalacia; “Cuore In Gola”, con l’Ectopia cordis; “Polifemo”, il vitello ciclope e “Sono Tutto
Orecchi”, il vitello acefalo. E poi la “Principessa”, signorile manzetta Chianina malata di Pseudomiotonia e, naturalmente, “Pulce”, la vitellina bruna di 10 kg di peso, trasportata in macchina ogni fne settimana da Padova
a Bologna per poterle garantire il calore negato dalla precocità settimina del parto.
Tutte le foto sono originali e derivano dall’esperienza di Stefania. Nessuna è stata ritoccata col computer. Sono
qui raccolte perché possano testimoniare come Stefania − immersa nella passione e nella curiosità del capire –
sia riuscita, anche atraverso il linguaggio delle immagini, a portare un piccolo contributo alla “Buiatria”.
Arcangelo Gentile, 17 novembre 2013
Dalla presentazione del libro:"La
buiatria per immagini: il lavoro e la passione di Stefania Testoni",
pubblicato in occasione del convegno buiatrico tenutosi a Legnaro, Padova, il 29
novembre 2013.